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Carrie: CARRIE IS BACK

martedì 15 gennaio 2013
Il 14 gennaio 2013 sarà una data da ricordare, un passo importante per la mia vita.
Non c'entra nulla il fatto che tra un mese sarà San Valentino, è una mera coincidenza, anche se uno degli avvenimenti risuona di un tetro richiamo ad esso.
Oggi ho fatto uno degli ultimi coming-out più importanti della mia vita: mia zia, la sorella di mio padre.
Le sono molto legato, anche se riusciamo a vederci poco, ma siamo molto in sintonia.
Erano anni che le avrei voluto confessare di essere gay, non so esattamente perché non l'abbia fatto prima, dopotutto le ho sempre confidato tutti gli altri miei problemi, sogni,...
Paura, dubbi, timori di ogni sorta, alla fine ho sempre preferito eclissare l'argomento e riformulare ogni frase prima di pronunciarla, evitando così di lasciarle capire la verità.
Ma mentire per me è uno sforzo disumano, qualcosa completamente contro la mia natura e, in fin dei conti, non era nemmeno giusto nei suoi e nei miei confronti.
Così è stato: tempo fa le avevo detto che c'era una cosa di me che dovevo dirle, una sorta di segreto importante che non avevo più voglia di tenermi dentro ed oggi, seduti sul divano, non senza un radicato senso di panico, ho pronunciato le famose parole: "Zia, io sono gay".
Nel mio fantasticare mi ero immaginato una reazione rilassata, comprensiva e quasi affettuosa, al grido dello slogan: "Sei sempre mio nipote, ti volevo bene prima e non vedo cosa possa cambiare adesso!".
Scoprire che non mi ero sbagliato su nulla è stata una liberazione.
Forse ho esagerato subito dopo, riversandole addosso tutto quello che avrei voluto raccontarle in questi anni e che stupidamente avevo tenuto dentro.
Vederla ascoltare tutte le mie avventure (e disavventure), poterle dire apertamente chi era Mr. Micro, che tra l'altro ha conosciuto, sentirla dire che è persino favorevole alle adozioni, mi ha sollevato l'animo.
Perché ci è così facile rivelarci agli amici, talvolta organizzando dei coming-out quasi teatrali, ma poi tendiamo a bloccarci con le persone che più ci vogliono bene?
Fuori piove, sto per scendere dall'autobus, ma l'idea di non avere l'ombrello non mi spaventa minimamente, anzi, sono quasi felice che ci sia la pioggia!
Se questa giornata mi ha dato veramente molto, togliendomi un peso enorme dalla mia coscienza, allo stesso tempo ha segnato un passaggio veramente difficile: chiudere con il ragazzo di Napoli.
È verissimo che una vera relazione non c'è mai stata, ma dal canto mio c'era ogni sforzo in tal senso, non posso dire altrettanto per lui.
Se mi piace una persona e, lo confesso, se mi sono affezionato troppo a lui, ho voglia di sentirlo continuamente, di sapere cos'ha fatto e cosa sta facendo, conoscere meglio il suo passato,... Credo tutte cose normali per chiunque.
I primi mesi sono state telefonate continue, ora, dopo 4 mesi di conoscenza con annesso incontro, è una fortuna se riesco a sentirlo due volte a settimana.
Chiamo, chiamo, chiamo e mai una risposta, poi, quando si degna finalmente di farlo, esordisce dicendo che non poteva rispondere perché era qui, lì, con questa persona, con quest'altra e così via.
Io ti sto mettendo al centro del mio universo, per te cosa rappresento?
No, non posso e non voglio continuare così, non è giusto dipendere dagli sbalzi d'umore di qualcuno.
Sono consapevole che la colpa è solo mia, che ho sbagliato io ad abbassare le mie difese ed ora ne devo pagare le conseguenze.
Ora ogni sua frase, il suo progetto imminente di trasferirsi a Bologna da me e tutto il resto, mi sembrano prese in giro, cose dette come un contentino del momento.
E adesso?
Cenerentola continuerà ad aspettare il principe azzurro che le riporti la scarpetta di vetro o s'infilerà dentro al primo negozio di scarpe ed uscirà con l'ultimo modello di Manolo Blanik mandando a quel paese il bel principino e quella fottuta scarpa?
Comunque sia, sono ancora single ed ancora in attesa del mio reale Mr. Big.

Carrie

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