Biography

“Gay and the city” è molto più che una semplice trasposizione dell’ormai famoso telefilm ad un’ambientazione gay, sono scorci di vita reale di persone in carne ed ossa, specialmente di quattro ragazzi che, in un modo o nell’altro, sono l’immagine riflessa dei personaggi principali.

E’ cosi che compaiono Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha, ad essi si aggiunge un piccolo universo di persone che ruotano attorno a loro: Stanford, Anthony, Mariah, Aidan e così via.

La nostra Samantha è un ragazzo di 23 anni dalle incredibili similitudini con la versione originale, specialmente nel linguaggio molto colorito di cui è dotato. E non solo quello…

Miranda, manager in carriera, ma che cerca in ogni modo di tenere vita privata e lavoro ben separati, spesso prediligendo il secondo, è un vero amico, sa essere presente ogni volta che qualcuno ha bisogno.

Charlotte, il nuovo acquisto del gruppo, è un ragazzo solare, divertente e con una classe decisamente adatta al suo ruolo. Ora è presto per parlarvi meglio di lui, ma rimedieremo quanto prima,

Carrie, ora tocca a me, in perenne ricerca dell’amore vero, nel mentre vivo la mia vita circondato da questi pazzi scatenati, mie ancore di salvezza. Un bacio a tutti loro, è il minimo che possa fare per dirvi grazie.

Siamo anche su Facebook, cercate le pagin “GAY and the CITY” e “Carrie Gay and the City” oppure chiedete l’amicizia a “Carrie Gayandthecity”.

Mentre sta per essere pubblicato il mio primo libro “Gay and the city”, mi sto già scatenando a scrivere il secondo, il cui titolo è merito di Miranda!

Content

Carrie: IL FLIRT RITROVATO

martedì 26 aprile 2011 0 commenti
Con tanto dispiacere per la cattiveria di una persona in particolare che di questa notizia non gioirà (mi spiace per te!), finalmente i tanti sacrifici stanno dando il loro sperato risultato: la perdita di peso.
Al momento sono già sceso di una taglia, ma nonostante questo s'incominciano a vedere i primi risultati: tornare ad essere notato.
Da troppo tempo non mi succedeva più, eccetto le continue attenzioni di Alexander, ma questo sarà un altro capitolo.
Adoro le primissime fasi del corteggiamento in pubblico: il gioco di sguardi, i fugaci contatti fisici, l'approccio spesso banale, le prime impacciate frasi,...
Decisamente molto meglio dei tristi incontri in discoteca dove, giusto dopo le presentazioni, scatta il fatidico: "ti va di scopare?".
Il lato brutto della situazione viene se pensiamo dove i due più carini hanno fatto la loro mossa: sul lavoro.
Il primo dopo una lunga serie di sguardi ha deciso di farsi avanti mediante un ripetuto gioco con il dito indice, facendomelo scivolare sul palmo della mano ad ogni occasione utile.
Il secondo invece ha optato per una strategia alquanto diversa: dopo lo scambio di sguardi ha iniziato una continua passerella davanti ai miei occhi, come un pavone che si mette in mostra facendo la ruota.
Il culmine l'ha raggiunto durante una mia pausa in cui fumavo una sigaretta: nel passarmi accanto mi ha salutato con un inglese un po' incespicante, mi ha fatto l'occhiolino ed in contemporanea mi ha appoggiato la mano all'altezza della scapola destra, mano che in men che non si dica è scivolata fino al sedere.
Ecco però subentrare un nuovo problema: la mia professionalità.
In vita mia è successo solo una volta che mi sia lasciato andare con un cliente e non penso che potrà mai più ripetersi per un senso di correttezza mio personale, a meno che lui non decida di farsi avanti una volta che io sia fuori dal posto di lavoro...
Finalmente sto rientrando nella normalità di una vita sociale, anche se sinceramente mi ci sento più catapultato che tornato.
Proprio un paio di giorni fa ero in negozio da Stanford ed entrano quattro ragazzi.
I due maschietti che accompagnavano le amiche a fare shopping gironzolavano per il negozio quando, senza nemmeno un preavviso, mi sono ritrovato una mano aperta all'altezza della natica destra, mano non appoggiata delicatamente ma con un fare direi quasi deciso di chi sa cosa sta facendo.
Dopo un minuto di imbarazzo è seguito un quarto d'ora di esaltazione personale!
Non è una lamentela la mia, al contrario, era tanto tempo che lo desideravo e tutto questo mi ripaga per gli sforzi compiuti in questo senso e mi infonde nuove energie, una maggior sicurezza in me stesso.
Ma perché la nostra società tende ad isolare le persone semplicemente per la loro esteriorità e non per ciò che realmente esse sono? Siamo veramente la generazione dell'apparire o ci stiamo semplicemente lasciando condizionare dai cliché?
Io continuo ad essere sempre la stessa persona, nulla è mutato del mio essere interiore, eppure è stato necessario un cambio di esteriorità per riportarmi in auge, perché tornassi ad essere notato.
Forse io stesso, con i miei sacrifici ed il mio impegno, sono caduto da solo nella trappola dell'apparenza, nel volermi veder tornare ai miei tempi d'oro in cui il pantalone più largo era una taglia 40.
Starei quindi predicando bene e razzolando male nel voler vedere nuovamente in me quella capacità di piacere?
In teoria tutto questo dovrebbe essere per un miglioramento della salute, ma so bene che le mie motivazioni non sono queste.
Si, sono colpevole di voler tornare dentro alla società a testa alta e vita stretta!
E se ora posso ricominciare a giocare ai flirt con chi passa per la strada o con i clienti, cosa potrò permettermi una volta raggiunto il mio obbiettivo "taglia 40"?

Carrie

Carrie: ALEXANDER 2° parte

lunedì 25 aprile 2011 0 commenti

Passarono solo due giorni prima che Alexander mi telefonasse per la prima volta, alla quale ne seguirono molte altre con cadenza quasi giornaliera.
Ogni volta cresceva in me sempre di più l'interesse di conoscerlo meglio ed alla fine mi feci coraggio e lo invitai a ballare la sera dopo all'appuntamento gay del Kinky.
Quella sera credo di aver passato in bagno oltre due ore per prepararmi, dovevo essere perfetto!
Quando arrivai al locale c'erano già tutti i miei amici ad aspettarmi, anche se è più corretto dire che erano più interessati al mio accompagnatore.
Restarono un po' delusi nel vedermi arrivare da solo, ma spiegai subito che sarebbe arrivato a mezzanotte.
Ed ecco il verificarsi della classica scena da film: 15 gay schierati davanti alle scale del Kinky intenti a scrutare ogni singolo movimento in attesa della fatidica entrata.
Ma superata la mezzanotte senza nessuna sua notizia e con la musica che faceva da richiamo, ecco che il gruppetto all'entrata iniziava a perdere qualche suo componente che, stufo di aspettare, si lanciava in pista o iniziava la caccia per trovare un maschietto per quella serata.
Ormai mi stavo per arrendere anch'io, oltretutto nel locale il telefono era senza segnale.
Decisi di uscire per vedere se avesse provato a chiamarmi ma nulla, segreteria vuota.
Mi resi conto di avere pochissimo credito ed iniziai la caccia ad una cabina telefonica, composi il suo numero e rispose: "Ciao tesoro, ti stai divertendo? Io sono a casa tutto solo.".
A casa? Ma doveva essere qui quasi un'ora fa!
Mi spieghó che era davvero troppo stanco per muoversi, ma se volevo potevo andare io da lui.
Si certo, perché la gente normale all'una di notte passata salta sulla macchina per andare fino a Milano da un ragazzo!
Lo feci.
Arrivai alle 4 del mattino e appena uscito dal casello mi fermai, gli feci uno squillo e lui mi raggiunse per mostrarmi la strada di casa.
Lasciata la macchina in un garage iniziammo a camminare per una strada che, per quanto ero concentrato su di lui, nemmeno stavo considerando.
Arrivammo davanti ad un portone e salimmo fino all'ultimo piano.
Un attico da far venire i giramenti di testa!
Mi fece accomodare sul divano, lui se ne andò nella stanza accanto e tornò con una coca cola.
Si sedette accanto a me ed iniziammo a parlare mentre lui sorseggiava ignaro della mia sete.
Passata una buona mezz'ora si alzò e, subito prima di tornare nella stanza adiacente, mi chiese se avessi sete.
"Giusto un po'" gli dissi, non volevo fargli pesare la sua scarsa ospitalità dimostrata con la lattina precedente!
Tornò con una nuova lattina, si mise a sedere con la gamba attaccata alla mia, aprì la lattina ed iniziò a bere.
Scusa ma mi hai anche chiesto se avessi sete!
Ma all'improvviso mi si avvicinò, capii che stava per baciarmi ed io non feci assolutamente nulla per impedirglielo.
Appena le nostre labbra si saldarono accadde però l'inaspettato: lasciò scivolare dalla sua bocca la coca cola per farmi bere.
Non avendo minimamente immaginato questo, mi ritrovai a tossire disperatamente con la bibita credo persino nelle orecchie.
Ripreso a respirare normalmente mi prese per mano e andammo in camera da letto.
Il giorno dopo partii molto tardi, ma il lavoro mi aspettava e così facemmo la doccia insieme (e non solo quello) e scappai per tornare alla macchina.
Il bello fu che appena superai il portone vidi quella strada sotto una nuova prospettiva, alla luce del giorno: ero in piena via Montenapoleone!

Carrie

Carrie: STANFORD BLATCH

sabato 23 aprile 2011 0 commenti

In "Sex and the city" una delle figure più esterne ma vicine al quartetto era l'amico gay Stanford, per quel che riguarda il nostro trio è invece l'amica etero: Roberta!
È la sua proiezione al contrario e catapultata nel nostro contesto.
Ci siamo conosciuti per caso in giorno in cui io e Charlotte siamo andati in un negozio di cosmetici appartenente ad una famosa catena.
Eravamo entrati per comprare una semplice matita contorno occhi e ne siamo usciti con una prova trucco prenotata per il lunedì dopo.
Quel giorno fummo coccolati per una buona mezz'ora con prova di primer, terra, terra liquida, matita e mascara.
E uscimmo con un bel sacchetto di prodotti!
Stanford, da oggi ci riferiremo a lei solo in questa maniera, ci ha dedicato le sue attenzioni per tutto il tempo dimostrandosi molto professionale e preparata, ma al tempo stesso anche socievole, cordiale e simpatica.
Il paradiso per i nostri vizi e capricci!
Aveva delle bellissime ciglia finte alla cui base erano come incastonati degli strass.
Tornai in negozio dopo un paio di settimane, ero follemente innamorato di quelle ciglia, ma scoprii che non lavorava più lì.
Ci rimasi fin male, io volevo lei ad ascoltarmi, coccolarmi e tutto il resto!
Così triste e amareggiato pagai le mie ciglia finte, anche se non mi piacevano più così tanto come quando le vidi per la prima volta.
Passarono un paio di mesi e decisi di andare a salutare una mia amica che ha un negozio di scarpe e parlando con lei racconto la scena dell'improvviso calo di interesse per il mio acquisto e lei, per tutta risposta, mi dice che una sua amica ci aveva lavorato.
Il mondo è piccolo, Bologna ancora di più!
Ed eccoci riuniti nelle nostre scorribande a parlare di uomini, commentare i passanti e tutto il resto, con Stanford che cerca di tenere a freno i nostri picchi ormonali!
Col tempo si sta rivelando una persona meravigliosa, un'amica insostituibile e un'ancora di salvezza per due fuori di testa come Charlotte e me.
Non eravamo noi ad aver bisogno di quel negozio, era lei il nostro trucco!
Spero solo che, se un domani dovesse sposarsi, non ricorra a cigni, ponticello e coro... Ma Liza Minelli quella si!

Carrie

Carrie: MASCHERE

venerdì 22 aprile 2011 0 commenti

Ogni cosa ha un suo lato negativo, l'altro lato della medaglia.
Nessuna eccezione, specialmente per internet.
All'inizio, quando stavano nascendo le prime community, non esistevano profili online se non a pagamento e noi primi esploratori di quel mondo dovevamo fare ricorso ai primi script per IRC.
Mediamente bastavano un paio di giorni per impararne le basi essenziali e così ti lanciavi nelle conoscenze più svariate.
Quei programmi permettevano anche l'invio di files (che spesso si rivelavano essere dei virus) e finivi per farti una collezione fotografica di bei faccini, bei corpicini, bei sederini e bei ######ini... Beh avete capito!
I problemi erano sostanzialmente due.
Il primo era ricambiare la foto, al tempo le webcam costavano più che un computer nuovo perciò dovevi far ricorso a qualcuno che già l'avesse, ma chi?
Il secondo era la veridicità di quelle foto.
Oggi basta chiedere altre foto, magari meno professionali ma ieri?
Già era molto averne una, non potevi chiederne altre per convalidare che il bonazzo della foto fosse effettivamente lui!
Talvolta conoscevi qualcuno interessante ma senza foto, cosa fare?
Lasci perdere rischiando di mancare un potenziale Mr. Big o lo incontri fidandoti delle sue parole e la sua descrizione?
Fu il caso di Carlo (lo chiameremo così).
25 anni, alto, moro, capelli lunghi, bel fisico, almeno a sentire lui.
Era un ragazzo molto romantico, mi mandava sms dolcissimi, sue composizioni che mi inviava ogni due ore circa.
Avevo memorizzato il suo numero come "Carlo poeta".
Dopo una decina di giorni, un centinaio di sms e svariate telefonate si decise a farsi avanti invitandomi a uscire per una pizza in compagnia.
Ok, lo confesso: in parte me la tirai un po' facendomi desiderare, ma al tempo stesso ero spaventato, era il mio primo appuntamento con un ragazzo ed ero anche omosessualmente vergine.
Un venerdì sera decisi di uscirci, mi preparai e scesi in strada aspettando il suo arrivo.
Sapevo solo il colore della sua macchina, così scrutavo ogni auto nera che passando tendeva a ridurre la velocità.
Quando arrivò non scese nemmeno dalla macchina, così col cuore in gola mi avvicinai io.
Ero agitato ed ogni passo non faceva altro che aumentarmi il panico.
Mi chinai e lo vidi.
Mi alzai di scatto, mi chinai ancora e lo rividi!
Finalmente scese dalla macchina per le presentazioni.
L'unica cosa che coincidesse con la sua descrizione erano i capelli lunghi, ma con lo scopo di fare da riporto su una testa non solo calva, ma fin lucida.
dimostrava non meno do 40 anni, molto corpulento, l'esatto contrario di quanto aveva dichiarato di essere.
La cena poi, fu un vero disastro!
Se ne stava muto, completamente preso dal divorare la sua pizza con la classe di un cinghiale, emettendo di tanto in tanto qualche grugnito mono o bisillabico in risposta ai miei tentativi di instaurare un dialogo.
Provai inutilmente a cercare un argomento che instaurasse una conversazione: cronaca, musica, cinema, politica, moda, recenti decessi di personaggi famosi,...
Arrivai a parlare di calcio! Io! L'essere più allergico al calcio sulla faccia del pianeta!
Nulla.
Poteva andare peggio di così?
Impossibile, eppure c'è riuscito.
Arrivati alla cassa e chiesto il conto se ne escì con un meraviglioso: "ti dispiace pagare te che ho solo pezzi grandi?".
Scusa? Ho capito bene?!?
Mano al portafogli ed alla carta di credito, giusto per completare la serata nella scadenza più totale.
Usciti mi chiese: " Vuoi che ti riaccompagni a casa o ti va di andare da qualche parte?".
Ma allora sapeva parlare!
Dissi che se aveva voglia di parlare saremmo potuti andare da qualche parte, tipo pub o bar.
Mi portò in una squallidissima strada isolata.
Il panorama era desolante e lasciava decisamente intendere le sue vere intenzioni.
Sulla sinistra una collinetta, davanti a noi dove terminava la strada un campo incolto ed a destra alcuni capannoni industriali con una panda bianca che scossava come una nave in balia della tempesta perfetta.
Scoprii dove le prostitute da strada si appartavano con i loro clienti.
E lì iniziò il suo tentativo di fare sesso con me.
Prima mettendo una mano sulla mia coscia, poi spostandola sulla mia spalla, scendere sul petto e...arrivare in mezzo alle gambe.
Presi la sua mano e gliela rimisi sulla coscia, la SUA coscia!
Ma rieccolo tornare alla carica e prima che arrivasse nuovamente alla "sala giochi" mi scoprii il polso e senza nemmeno sapere che ore fossero, dissi: "Si sta facendo tardi, è meglio che mi riporti a casa!".
E così fece, riaccese subito la macchina ed in pochi minuti ero arrivato.
Corsi come un disperato verso il portone e salii fino all'appartamento.
Finalmente al sicuro fra le mura domestiche!
Come primo appuntamento fu un vero disastro, mi sorprendo ancora oggi ripensando a tutto questo, di come abbia fatto a lanciarmi in nuovi appuntamenti, ovviamente con persone diverse, dopo una simile esperienza.
È facile dietro uno schermo indossare una maschera completamente diversa da noi, ma a che scopo?
Se conosco qualcuno su internet che si rivela una persona interessante, sia per amicizia, sesso o relazione, perché dovrei fingere di essere chi non sono ben sapendo che presto o tardi ci dovremo incontrare?
Perché nascondere il nostro vero io, estetico e/o mentale, sapendo benissimo che all'incontro dovremo fare i conti con la realtà?
Fosse una conoscenza destinata a rimanere solo sul lato virtuale lo potrei anche capire, potrei benissimo dire di essere il gemello di Orlando Bloom e magari trovare il compiacimento di ciò nel mio interlocutore.
In questo caso la maschera sarebbe per la vita e per gioco, nessuno me la farebbe togliere, non ci incontreremo mai!
Ok, i tempi sono cambiati, internet è molto diverso da prima, ma questi giochetti continuano, con altri metodi e mezzi, ma esistono ancora, ci sono e succedono di continuo!
Abbiamo veramente così tanta paura di noi stessi o solo una scarsa stima per come siamo e per come appariamo al resto del mondo?
Ma in fondo cosa ci resta da fare se non fingere di avere l'orologio e dire che si è fatto tardi?

Carrie

Carrie: ALEXANDER 1° parte

mercoledì 20 aprile 2011 0 commenti

Questo è un capitolo molto ampio della mia vita che tende a non esaurirsi ma prosegue negli anni.
Di per certo molti di voi mi daranno del folle se non peggio una volta finito di leggere, ma la vita ci riserva delle sorprese non sempre in linea con le nostre aspettative.
Lo conobbi 11 anni fa quando lavoravo per un hotel in provincia di Bologna immerso nel verde dell'Appennino.
Arrivai al lavoro di primo pomeriggio e vidi subito qualcosa di strano: all'ombra del cedro dell'Himalaya plurisecolare una ragazza e due ragazzi vestiti da sposi si stavano facendo fotografare per un servizio.
Appena entrato chiesi ovviamente maggiori informazioni alla mia collega in servizio in quel momento.
Il pomeriggio passò con il mio viso appiccicato alla finestra come se fossi una lumaca oppure perennemente in bagno poiché da una piccola fessura si poteva scorgere la sala che avevano allestito a camerino.
Gli sposi, eccezion fatta per l'essere stati entrambi alti e biondi, erano molto diversi.
Uno era sui 35 anni circa, labbra evidentemente rifatte, molto altezzoso ed una notevole puzza sotto il naso, l'impersonificazione dell'antipatia.
L'altro,decisamente più giovane, dimostrava 25-27 anni, un fisico scolpito che trapelava dai vestiti (per non dirvi quale spettacolo nascondeva il camerino), occhi verde smeraldo, una voce stupenda ed una spiccata cordialità. L'esatto contrario!
Durante uno dei tanti cambi d'abito mi ero appostato al bar per asciugare un po' di bicchieri e mi avvicinarono entrambi.
Con fare spocchioso il primo mi chiese, o meglio esigette, un bicchiere d'acqua e si allontanò in tutta fretta.
Il secondo sguainò un sorriso meraviglioso e mi disse: "Secondo te è normale un lavoro in cui ti mettono 5 chilo di trucco sulla faccia?".
La mia risposta fu leggermente acida per colpa del comportamento del suo collega ma riuscii a trattenermi da ben peggio: "Se vuoi fare a cambio e asciugare 500 bicchieri io ci sto!".
Fece di nuovo quel sorriso abbagliante e tornò a farsi fotografare in giardino.
Pensai a quanto ero stato stupido a reagire in questa maniera pensando di aver appena bruciato ogni mia successiva possibilità.
Il resto della giornata passò con me sempre appollaiato alla finestra con un'evidente stato confusionale ed un principio di rabbia agli occhi degli altri... In realtà era solo bava.
Si ritirarono nelle loro camere ed io avevo finito il turno e mi stavo preparando per tornare a casa quando mi passò vicino la mia collega e chiesi se il servizio sarebbe continuato anche il giorno dopo.
Lei mi rispose che se avessero fatto in tempo a fare tutti gli scatti sarebbero ripartiti la mattina seguente.
Credo di aver pregato una buona parte della notte sperando che fossero indietro con il lavoro!
L'indomani arrivai al lavoro con due ore di anticipo e vidi che il servizio fotografico stava proseguendo.
Nuovamente il va e vieni dal giardino al camerino e viceversa fino alle 16:00 circa quando finirono.
Mezz'ora dopo se n'erano andati tutti, tutti eccetto il mio sposo preferito.
Tornato al bar per prendere un po' d'acqua si avvicinò e chiese: "Posso farti una domanda un po' indiscreta?".
"Certo" gli risposi "al massimo non sono tenuto a rispondere".
Fece un bel respiro e domandò : "Ma tu sei gay vero?".
Per un paio di secondi caddi nel panico più totale, emissione che trapelò alla mia prima fase di risposta: "Perché sono molto effemminato?".
Scossò la testa in segno di no.
"Allora ho movenze strane o sculetto?" dissi.
"No, non particolarmente" mi rispose.
"Allora cos'è? Ce l'ho tatuato in fronte?!?", stavo iniziando a scaldarmi.
Visto il mio crescere di nervosismo per l'essere stato preso alla sprovvista mi disse: "No, è che io lo sento a pelle se ci sono altri gay intorno a me, difficilmente mi sbaglio ed ho sufficiente faccia tosta da chiederlo ai diretti interessati!".
Ci mettemmo a sedere selle poltroncine di fronte alla Reception e ci mettemmo a chiacchierare.
Si chiamava Alexander, aveva origini italo-austriache e faceva il modello freelance professionista.
Parlammo a lungo finchè non si fece tardi ed entrambi dovevamo tornare a casa.
"Mi lasci il tuo numero?".
A quelle parole non riuscivo più a contenermi, avrei voluto urlare con tutta la mia voce, ma non potevo!
Ne uscì un breve suono acuto ma sommesso, un incrocio fra il miagolio di un gatto nel momento esatto in cui viene castrato e lo squittio di un sorcio.
Appena fui capace di articolare nuovamente le parole gli diedi il mio numero e mi salutò con due baci sulle guance rasenti l'angolo della bocca.
Fu un incontro un po' alla Woody Allen a pensarci bene, ma era stata una bella chiacchierata e lui era veramente bellissimo.
Unico neo: mi resi conto di essere attratto da lui solo sul piano fisico, ma non quello emotivo.
Certo lo conoscevo appena, ma da quel poco s'intravedeva una persona bellissima, sia fuori che dentro.

Carrie

P.S. Quello nella foto sarà lui o no?!?

Carrie: INTERIORITA' O ESTERIORITA'

martedì 19 aprile 2011 0 commenti

Quanto della chimica fra due persone dipende dal senso della vista e quanto da tutto il resto?
Personalmente ho sempre sostenuto che il lato estetico non ricoprisse un ruolo fondamentale in quanto in fin dei conti è il semplice apparire della persona.
Ma cerchiamo di essere obbiettivi: dire che il fattore estetico non ha nessun peso nell'innamoramento è pura ipocrisia.
Molto meglio dire che l'aspetto gioca un suo ruolo personale in tutto questo e che varia da persona a persona, ma non può essere generalizzato in questa maniera.
Ciò che per me può essere estremamente bello o terribilmente brutto non necessariamente coincide con i gusti degli altri.
Ad esempio io adoro Orlando Bloom in quanto rispecchia i miei canoni di bellezza: biondo, labbra proporzionate, naso in armonia con i lineamenti, viso efebico.
Ma questo è il mio canone estetico, non quello del mondo.
Al tempo stesso la stragrande maggioranza delle ragazze e dei gay del pianeta stravede per Brad Pitt, personalmente a me non piace affatto (avrei potuto usare un'espressione ben diversa ma ho preferito contenermi).
Ok, per quel che mi riguarda ho sempre dato maggiore peso all'interiorità e non cambierò di certo modus operandi proprio adesso, ma ovviamente tutti coloro che ho frequentato o con cui ho avuto una storia mi piacevano anche esteticamente.
Una persona che oggi a 25-30 anni è bella per come è fatto, per il suo carattere, per il suo modo di essere, pensare, porsi e ragionare, fra 20 anni con la maturità del tempo non potrà che accrescere la propria bellezza.
Ma esteticamente parlando questo non è altrettanto vero: oggi sarai bellissimo, la classica "bellezza del somaro" per intenderci, ma fra 20 anni le cose saranno ben diverse, a meno che tu non appartenga a quella ristretta cerchia di eletti che col tempo migliorano anche esteticamente.
Si è un club che per l'anno 2010 aveva solo 3 membri: Sean Connery, George Clooney e Gianf, un mio carissimo amico.
E' quindi giusto cercare nell'altro anche la componente estetica, ma dobbiamo sempre pensare anche a ciò che quella scatola racchiude, il tesoro più prezioso è sempre nel contenuto, mai nel fiocco.
Per concludere, diciamo tranquillamente che l'aspetto conta relativamente se sei alla ricerca di Mr. Big, ma pur sempre nei limiti del proprio gusto personale.

Carrie

Carrie: DIFFERENZE

mercoledì 13 aprile 2011 0 commenti

Spesso noi gay veniamo equiparati alle ragazze sotto molti aspetti, ma uno in particolare ci differenzia profondamente da loro: la capacità di gestire più approcci contemporaneamente.
Molte ragazze quando conoscono qualcuno tendono a concentrare le proprie attenzioni su di un singolo obbiettivo.
Noi gay, forse a causa di una conoscenza in generale più superficiale, finiamo per ritrovarci con molteplici possibilità alle stesso tempo intrecciando conoscenze con più persone alla volta.
Non che ci sia nulla di male in tutto questo, siamo solo più abili ad allacciare rapporti sociali o forse siamo noi stessi ad approfittare della cosa?
Ormai per quel che ci riguarda il 90% degli incontri li cerchiamo attraverso internet.
Ovvio che in questa maniera in una sola connessione si finisce per conoscere più di una persona alla volta, ma quante vale veramente la pena di continuare a sentirlo?
Personalmente credo tutte, perché ognuno ha qualcosa da offrire che non potrà mai essere identico a nessun altro e comunque non si potrà mai sapere quali potranno essere l'affinità e l'intesa con l'altro fintanto che non l'avrai incontrato di persona.
Sarà poi il tempo a decidere quale ruolo avranno all'interno della nostra vita: alcuni rimarranno dei conoscenti, qualcuno verrà annoverato fra gli amici, molti lasceranno disperdere il contatto e con un pizzico di fortuna qualcuno si rivelerà Mr. Big.
Il problema di base è che ogni anno ci ritroviamo a dover fare la pulizia della rubrica telefonica, decine e decine di numeri che ormai sono diventati completamente inutili.
Per non parlare dei contatti sul messenger, una lista di nickname in perenne mutazione, tanto da non farti ricordare più chi essi siano.
In attesa della prossima pulizia non mi resta altro da fare se non chiedermi: ma noi gay siamo catalizzatori per convenienza o la nostra capacità di passare con estrema indifferenza da un letto all'altro ci garantisce una qual certa visibilità sociale?

Carrie

Carrie: DIVENTARE UOMO

lunedì 11 aprile 2011 0 commenti

Nel mondo etero il ragazzo diventa uomo al compimento dei trent'anni, stranamente per i gay questo non avviene prima dei 45.
Non so dipenda da una più radicata voglia di sentirsi ancora giovani o da un uso improprio del termine "ragazzo": il gay non ama la parola "uomo".

Come certa gente è allergica ai cani, altra intollerante al lattosio, i gay hanno condannato all'esilio una parte di parole ed altre sono state rielaborate in termini più giovanili.

Quindi, anche se con un viso più simile ad uno stradario, non dovremo mai dire rughe da vecchiaia ma d'espressione.
Si quelle simpatiche zampe di gallina ai lati degli occhi, anche quando sembra essergli passato l'intero pollaio sulla faccia.

Assolutamente vietato l'uso delle parole calvo (si dice rasato, non si sa bene cos'è che rada visto che non c'è più niente) o stempiato (ma che fronte alta! Arriva quasi dietro!), come pure l'abbinamento di "capelli" con qualcos'altro tipo radi, pochi e i micidiali bianchi. Al loro posto consigliamo di evitare proprio l'argomento per i primi due termini e la sostituzione di bianchi con "sale e pepe", già la parola brizzolato produce effetti diversi da gay a gay, meglio non rischiare.

Un altro caso a cui prestare la massima attenzione è l'età!
Se vi ritrovate a dover indovinare l'età di un gay c'è solamente una possibilità: all'idea che vi siete fatti di lui sottraete dai 5 ai 10 anni.
Mai e ripeto mai permettersi il lusso di sbagliare l'età in eccesso, nemmeno di una settimana, andreste in contro a momenti molto spiacevoli!

Chiamiamola sindrome da Peter Pan se volete, ma non è solo per un discorso di età che bisogna stare attenti, molti altri sono i fattori cui bisogna prestare attenzione.

Ha messo su qualche chilo di troppo?
Vige la regola del "non notarlo e per nessun motivo farglielo notare", potrebbe essere la scintilla per un conflitto nucleare!
Oppure un taglio di capelli molto estroso... O forse meglio dire fin troppo estroso, quasi estremo? Tergiversare è l'unica possibilità di sopravvivenza.

E così, mentre cercate di non incappare in nessuna possibile affermazione capace di dare adito alla liberazione degli istinti animali di un gay, che per lo più si limitano a qualche sberleffo ed un paio di borsettate, lui continuerà a crogiolarsi nella sua prolungata giovinezza "da consumarsi preferibilmente entro i 45 anni".

Carrie

Carrie: PRIMAVERA

mercoledì 6 aprile 2011 0 commenti
Finalmente è tornato il bel tempo ed il sole sta lentamente riportando la temperatura ad un più leggero abbigliamento.
Questo mi rende felice per due motivi principalmente.
Il primo è che sentivo la mancanza del caldo e del sole. Probabilmente in una vita precedente ero un serpente o comunque un animale a sangue freddo, caratteristica che credo di essermi portato anche in questa vita.
La seconda motivazione è che, non so se ci avete fatto caso, al primo raggio di sole la gente inizia a spogliarsi, o meglio, a vestirsi in modo più leggero e con abiti mano a mano sempre più microscopici, lasciando intravedere di tutto e di più!

È l'andamento climatico ad influenzare i nostri picchi ormonali o semplicemente noi stessi che non aspettiamo altro se non il primo sole per metterci in mostra scatenando le fantasie di molti?

Certo è che a Bologna in questi giorni le temperature diurne invogliano l'uso di pantaloncini e t-shirt, spesso anche molto attillate e questo rende una qualsiasi passeggiata un vero piacere per gli occhi.
D'aiuto agli ormoni dopo il congelamento invernale è anche la comparsa dei primi amanti dello jogging completamente a torso nudo.

Quali sono i rimedi?
Visto e considerato che la meditazione ultimamente non sta sortendo gli effetti sperati, credo che l'unica soluzione sia assecondare gli istinti, un po' meno Carrie ed un po' più Samantha!
Certo, tutto dipende dalla comparsa di Mr. Big!

Carrie

Carrie: L'AMICO GAY

domenica 3 aprile 2011 0 commenti

Non è bello iniziare un ragionamento con una domanda, ma da stamattina continuo a ripetermela in continuazione: perché un uomo etero vede nella lesbica il sogno erotico e la donna etero vede nel gay il suo amico del cuore?

Probabilmente finirò per inimicarmi una qualche mia amica e per questo chiedo scusa fin dall'inizio del post, non mi sto riferendo a voi, sto solo generalizzando il discorso verso il vasto mondo femminile.

Negli anni ho avuto modo svariate volte di incontrare ragazze che fin da subito mi hanno detto: "ho sempre desiderato avere un amico gay!", quindi cosa siamo? Una sorta di icona per donne eterosessuali?
Certo, spesso il nostro carattere, la nostra sensibilità ed un 'innata propensione per la moda ci permettono di capire mille volte meglio una ragazza che non un ragazzo, ma sarebbe decisamente meglio se il tutto non nascesse da uno stereotipo o da una fantasia adolescenziale tardiva.

Certo, le amicizie si selezionano sia al primo impatto che col passare del tempo e questo mi ha permesso negli anni di circondarmi di persone per cui io sono un amico e non l'amico gay.

Ma il copione si ripete con una frequenza quasi disarmante, quasi sia aperta la caccia all'amico gay.
Da un lato tutto questo fa piacere, ma dall'altro a volte è quasi umiliante essere "ridotti" al trofeo da esibire.
Colpa dei media o della concentrazione di estrogeno che impone una ricerca sfrenata di "testosterone inerte", non precludo nessuna nuova amicizia, ma spero di non sentire più frasi simili appena incontrata una ragazza.

Carrie

Carrie: CASTELLI DI SABBIA

sabato 2 aprile 2011 0 commenti

Quando una storia finisce o un appuntamento non va nella direzione che noi ci eravamo augurati, il dolore che proviamo deriva solo dalla rottura/mancata storia o esiste un qualcosa di esterno a tutto questo che va a gravare la situazione?

Parlandone con una mia amica da poco tornata single, mi sono reso conto che buona parte della sofferenza ce la causiamo da soli.
Probabilmente tutti noi, quando conosciamo una nuova persona, ci basiamo su quelle che sono le poche informazioni del primo appuntamento ed attorno a quelle andiamo a riversare tutta una serie di caratteristiche di come vorremmo che lui fosse.
In base ai nostri desideri ed alle nostre speranze costruiamo un'immagine mista alla realtà che non è assolutamente veritiera e spesso ci ritroviamo, presto o tardi, a dover fare i conti con la persona reale.

Ma è forse così sbagliato avere delle aspettative da qualcuno?
In parte è un comportamento molto pericoloso ma comprensibile.
Ovviamente tutti noi cerchiamo negli altri determinate caratteristiche fisiche (e quelle le si vede al primo appuntamento o tramite foto) e caratteriali.
Quando il lato fisico viene soddisfatto, inizia la conoscenza, o meglio la "verifica" di quante qualità da noi richieste ritroviamo nell'altro.
Ovvio che al primo appuntamento, ad esempio, sarà quasi impossibile scavare così a fondo da conoscere l'altro in ogni suo aspetto, succede per tanto che ci immaginiamo lui abbia determinate caratteristiche in funzione di quello che abbiamo appreso.
Ecco il nostro grave errore, pecchiamo innocentemente di presunzione!

Alla stessa maniera un ragazzo fidanzato con il tempo avrà modo di approfondire la conoscenza scoprendo molti lati del proprio compagno, taluni che aveva immaginato egli possedesse ed altri di cui non ne era a conoscenza.
Ma quand'è che impariamo a conoscere davvero l'altra persona?
A me non sono bastati 7 anni per riuscirci, mi sono reso conto che lui era un castello di sabbia eretto in spiaggia, è bastata un'onda di verità per spazzarne via ogni traccia lasciandone solo qualche traccia.

Devo quindi credere che l'apparire non riguarda solo il lato estetico ma anche quello caratteriale? Probabilmente si, ma ricordiamoci che quel castello di sabbia siamo noi stessi ad averlo costruito.

Carrie