Biography

“Gay and the city” è molto più che una semplice trasposizione dell’ormai famoso telefilm ad un’ambientazione gay, sono scorci di vita reale di persone in carne ed ossa, specialmente di quattro ragazzi che, in un modo o nell’altro, sono l’immagine riflessa dei personaggi principali.

E’ cosi che compaiono Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha, ad essi si aggiunge un piccolo universo di persone che ruotano attorno a loro: Stanford, Anthony, Mariah, Aidan e così via.

La nostra Samantha è un ragazzo di 23 anni dalle incredibili similitudini con la versione originale, specialmente nel linguaggio molto colorito di cui è dotato. E non solo quello…

Miranda, manager in carriera, ma che cerca in ogni modo di tenere vita privata e lavoro ben separati, spesso prediligendo il secondo, è un vero amico, sa essere presente ogni volta che qualcuno ha bisogno.

Charlotte, il nuovo acquisto del gruppo, è un ragazzo solare, divertente e con una classe decisamente adatta al suo ruolo. Ora è presto per parlarvi meglio di lui, ma rimedieremo quanto prima,

Carrie, ora tocca a me, in perenne ricerca dell’amore vero, nel mentre vivo la mia vita circondato da questi pazzi scatenati, mie ancore di salvezza. Un bacio a tutti loro, è il minimo che possa fare per dirvi grazie.

Siamo anche su Facebook, cercate le pagin “GAY and the CITY” e “Carrie Gay and the City” oppure chiedete l’amicizia a “Carrie Gayandthecity”.

Mentre sta per essere pubblicato il mio primo libro “Gay and the city”, mi sto già scatenando a scrivere il secondo, il cui titolo è merito di Miranda!

Content

Carrie: NASCONDERSI O LOTTARE

lunedì 30 maggio 2011 0 commenti

Nella vita siamo perennemente di fronte a delle scelte: cosa ordinare al ristorante, quale paio di scarpe comprare, dove andare in vacanza,...
Ma ci sono vari livelli d'importanza e quelle di massimo valore possono segnare completamente il tuo futuro.
Quando prendiamo coscienza del nostro essere gay, l'ambiente sociale circostante può assumere una valenza fondamentale sulla nostra libera espressione d'essere.
Capire di essere omosessuale quando abiti in uno sperduto paesello di montagna di 3.000 anime, può rivelarsi il peggiore dei tuoi incubi.
Da sempre gay, probabilmente fin dalla mia nascita, mi sono auto-violentato per un lungo capitolo della mia vita perché non mi accettavo in quanto tale.
Ma questa condizione non nasceva da un mio disagio interiore, nessun conflitto con me stesso, tutto aveva origine dal contesto sociale in cui vivevo e dalla famiglia di cui facevo parte.
Così per quasi un decennio cercai di auto-convincermi di non essere gay, arrivando perfino ad avere relazioni con ragazze.
Con una in particolare gli sviluppi furono veramente estremi: stavo quasi per diventare papà a 16 anni e sposarmi a 20.
Non scendo in ulteriori dettagli su nessuna delle due situazioni perché le reputo troppo personali e preferisco tenermele dentro, come altri aspetti della mia vita che racconterò solo a Mr. Big.
Quali stupidaggini siamo in grado di commettere per non dover/voler affrontare gli altri, o forse dovrei dire noi stessi?
Oggi farei tutto l'esatto contrario se potessi tornare indietro, ma sotto certi aspetti sono felice di aver commesso quegli errori, mi hanno dato una coscienza di me che non avrei potuto avere altrimenti.
Ho combattuto una mia piccola guerra in quel paesello che ha cambiato la mentalità dei suoi abitanti: prima retrogradi ed omofobici, poi capaci di aprirsi ed accettare quanto e chi diversi da loro.
Si ho pagato un prezzo carissimo per ottenere tutto questo: persecuzioni, lacrime, solitudine, ma alla fine ho vinto io.
E per dirla tutta mi sono fatto anche alcuni compaesani.
Probabilmente altri saranno a cogliere i frutti della mia battaglia, ma non importa, ho lottato per ciò in cui credevo e ci sono riuscito, questo per me è più che sufficiente.
Ci sono stati momenti difficili, relazioni occultate agli occhi dei più, ma anche stavolta Davide ha avuto la meglio su Golia.
Oggi quel paesello è un posto migliore e credo di esserlo diventato anch'io: ho saputo accettarmi e ho dimostrato alla collettività di essere una persona e non un marziano.

Carrie

Carrie: ALLO SPECCHIO

0 commenti

Vi è mai capitato di guardarvi allo specchio, iniziare a parlare e finire col litigare con voi stessi?
È una caratteristica del mio essere, una fra mille come l'alternare pigrizia ed iperattività, la mia creatività vulcanica, cercare spesso di spingermi oltre le mie possibilità o il fare fatica a perdonare.
Io sono tutto questo, pregi e difetti, razionalità e schizofrenia, un intero universo di mille sfaccettature racchiuse in una singola persona.
Forse non lo siamo tutti noi?
Spesso cerchiamo di mentire a noi stessi sminuendo il nostro carattere e la nostra personalità, appiattendoli a pochi aggettivi detti alla rinfusa con il solo scopo di dimostrare che abbiamo gli stessi pregi e difetti degli altri.
Ma sono tutti quelli che non diciamo, e che spesso non vogliamo vedere, ad essere realmente l'immagine che trasmettiamo al mondo.
Fate questo piccolo test: elencate 5 vostri pregi.
Ora ve ne dirò 6 e sono certo di indovinarne almeno 4: onesto, sincero, leale, socievole, altruista e pazzerello.
Ora dite 5 difetti ed io farò lo stesso: permaloso, geloso, vendicativo, testardo, orgoglioso e distaccato.
Quante vostre risposte ho azzeccato?
Siete davvero certi di poter sminuire la vostra persona in soli 5 pregi e 5 difetti?
E se anche vi appartenessero, siamo sicuri che basti un semplice aggettivo per spiegare un intimo lato della vostra personalità, spesso contornato da tutta una serie di sfumature, premesse e considerazioni che necessariamente il nostro interlocutore deve sapere per poterci conoscere?
Lo so, la premessa è forse più lunga della considerazione che andrò a fare, ma era necessaria.
Alla luce di tutto questo come possiamo davvero credere di conoscere veramente qualcuno se in fin dei conti non possiamo dire di conoscere noi stessi?
Nelle conoscenze, amicizie e relazioni di breve durata è normale avere solo un'idea superficiale degli altri, spesso è proprio quando scopriamo lati del suo carattere prima nascosti che il rapporto finisce.
Ma allo stesso tempo anche persone che sono al nostro fianco da un'eternità talvolta si rivelano un perfetto estraneo, nel bene o nel male.
Mr. Micro è probabilmente l'esempio più plateale a cui ricorrere.
Non cominciate a pensare ch'io sia ancora fissato con lui, che non abbia ancora metabolizzato la rottura o chissà cos'altro perché sareste in difetto.
È che 7 anni mi hanno dato una grandissima lezione di vita ed un'infinità d'insegnamenti, per questo ricorre così spesso nelle mie considerazioni (per lo più negative) ed oggi sono in grado di parlarne con distacco, freddezza e raziocinio.
È stato sicuramente l'unico fra i miei ex a dimostrarsi l'esatto contrario di ciò che professava di essere e di quanto avesse mostrato ai miei occhi.
Da sempre sosteneva di essere una persona diretta, senza peli sulla lingua e con palle sufficienti per affrontare una discussione con chiunque.
Ampia dimostrazione la diede in occasione di una mia lite con la sua vicina di casa, in cui rimase zitto ed inebetito, asserendo poi di essere stato colto di sorpresa.
Ma guarda caso la settimana successiva la sua vicina mi torna a cercare per continuare a litigare e lui...
Nuovamente muto come un pesce, se non per dire due frasi idiote in croce, il cui unico effetto è stato quello irritare entrambi ancora di più.
Certo, subito dopo era mortificato, ma del pentimento a scoppio ritardato, dopo che mi aveva lasciato solo alle prese con quell'arpia, cosa me ne facevo?
O ancora quando, alla rottura finale, disse che io sarei dovuto continuare ad essere presente nella sua vita perché ero il suo grande amore ed il suo migliore amico.
Due mesi dopo era già fidanzato.
Per non parlare poi degli auguri di Natale e Capodanno!
Un paio di giorni prima del 25 si fece vivo, era imbarazzatissimo e mi disse: "Non è facile, non sapevo come fare, ma volevo augurarti un felice Natale".
Nulla da ridire su tutto questo.
A poca distanza dello scoccare del nuovo anno fui io a mandargli gli auguri via sms: "Forse sono fuori luogo visto che all'ultimo messaggio non hai risposto... Ma spero tu mi permetta di augurarti uno sfavillante 2010. Non sapendo come finire lascio il tutto in sospeso".
Anch'io ero imbarazzato proprio come lui a Natale, sapendo benissimo che era per certo con il suo nuovo boy-friend in compagnia probabilmente di quella sua adorabile vicina.
La risposta arrivò in un paio di minuti: "Tanti auguri anche a te".
7 anni e tante stronzate sul rimanere amici, che ci teneva a me, bla bla bla... E poi 5 parole in croce?
Un ghiacciolo sarebbe stato più caloroso negli auguri!
Ecco un lato di me che ben conosco: essere preso in giro mi fa gonfiare una venuzza in fronte e la reazione che ne segue di solito è pari solo ad una fissione nucleare.
"Grazie per così tanto calore negli auguri... potevi anche sbatterti un pochino di più!!!", avrei potuto scrivere molto peggio, ma volevo mantenere quel minimo di civiltà ed educazione che sono parte integrante del mio essere.
Ma ecco la scintilla finale, il detonatore collegato ad un ordigno termonucleare: la sua risposta!
"Sto cercando di evitare di rispondere a provocazioni.. Abbiamo detto di mantenere un rapporto civile... E sto cercando di fare questo... Se lo apprezzi, bene. Se non te ne frega niente... Dimmelo e siamo a posto così."
Non avevo detto assolutamente nulla di provocatorio, ambiguo, offensivo o quant'altro, gli avevo solo fatto gli auguri e da bravo coglione quale io sono, gli avevo pure augurato uno "sfavillante" anno nuovo!
Inizialmente gli risposi con un semplice: "Tranquillo, dalla mezzanotte faccio reset. Dopo non romperò mai più!", ma ormai il conto alla rovescia era iniziato e non potevo più trattenere la rabbia e l'odio che era riuscito a far nascere dentro di me e così scrissi un nuovo sms: "Mi è venuto in mente dove sono i miei cd, li hai in macchina sotto il sedile del passeggero. Fammi il favore di portarli da G****** e tra una settimana passo a prenderli. Fammi anche il piacere di dimenticarti di me. Mi hai trattato come una merda e non te lo permetto. Addio idiota!".
Lui rispose al mio messaggio ma io non ho mai letto il contenuto, lo conosce solo uno dei miei più cari amici e subito dopo averlo letto gli chiesi di cancellarlo senza voler sapere nulla.
In tutti quegli anni che siamo stati insieme non mi sono mai reso conto di chi avevo al mio fianco.
Io, stupido e innamorato di un arrogante, insensibile e patetico bamboccio viziato.
Siamo davvero in grado di cadere così in basso senza accorgercene?
O siamo noi che per ascoltare il nostro cuore perdiamo la nostra razionalità di giudizio?
Quindi se dopo 7 anni io non sapevo ancora chi avessi accanto e chi fosse realmente Mr. Micro, cosa dovrei fare con tutte le nuove conoscenze?
Possiamo solo fidarci di ciò che riusciamo a scorgere e del nostro istinto, altre possibilità non ci sono.
Ora però ho bisogno di uno specchio, è da un po' che sento il bisogno di litigare ma non ho mai nessuno con cui farlo, sarà l'ennesima lite da solo con me stesso.

Carrie

Carrie: LO SCOPAMICO

giovedì 26 maggio 2011 0 commenti

Negli anni '90 se dicevi "mi sto facendo delle storie con quel tipo" intendevi dire che ci andavi a letto ogni volta che ne avevi voglia, senza nessuna complicazione o coinvolgimento se non quello fisico.
Oggi, grazie alle nuove generazioni o perché non abbiamo più tempo da dedicare a frasi troppo lunghe, è nato un nuovo termine: lo scopamico, anche chiamato il trombamico.
In pratica non è la stessa cosa, è la nuova moda del terzo millennio.
Farsi delle storie presupponeva l'esistenza della possibilità che, da una serie di trombate, potesse nascere qualcosa.
Lo scopamico invece lo esclude completamente, è il puro e semplice istinto animale, il fare sesso senza emozioni, sentimento, dialogo e tutto il resto.
Si fa sesso per il piacere del sesso. Allora perché usare la desinenza "amico"? Sarebbe meglio dire la mia "puttana in comodato gratuito"!
Ok ok, non datemi della bacchettona puritana, proprio non mi si addice e probabilmente sono l'ultima persona che dovrebbe dire certe cose.
Però lo penso e di conseguenza lo scrivo, avevo promesso che sarai stato il più sincero possibile, quindi nessuna eccezione.
Sinceramente credo che lo "scopamico" sia il semplice pretesto che hanno molti ragazzi gay per avere sesso sempre disponibile come fosse un fidanzato, senza però volersi complicare la vita ed affrontare una relazione.
Prendiamo in considerazione solo il sesso: esiste una differenza tra il farlo con lo "scopamico" e il farlo con il fidanzato?
No, nessuna!
Entrambi, sempre limitandoci a questo piano d'interazione, imparano a conoscere il corpo ed il piacere dell'altro in ogni occasione di intimità, scoprendo cosa piace, come piace e dove.
Sono la medesima persona.
Ma è tutto il resto che cambia, o meglio condiziona, il legame tra le due persone.
Se la trombamicizia si evolve in qualcosa di più è sempre per pura casualità e da origine alla "coppia carnale" di cui vi avevo già parlato.
Eppure è un fenomeno in aumento: i gay, oltre a cercare sempre nuove esperienze, negli ultimi tempi tendono a garantirsi una fonte quasi sempre disponibile di sesso.
Una sorta di riserva da tenere a disposizione in caso di carenze di prede.
Tutto in ogni caso dipende molto anche da cosa noi stiamo cercando, per alcuni potrebbe anche essere la soluzione ideale.
In considerazione del continuo bramare sesso di Mr. Micro, sicuramente avrebbe fatto meglio a cercarsi un trombamico piuttosto che un fidanzato: avrebbe sicuramente ottenuto più facilmente ciò che cercava e inferto meno ferite al sottoscritto.
È possibile trattare un argomento e rendersi conto che superficialmente avevamo un'idea e siamo finiti per rivalutarla almeno in parte?
Stessi dialogando o sostenessi un confronto con qualcuno potrebbe benissimo accadere, ma in questo caso sto ragionando da solo, eppure mi sono dimostrato da solo che mi sbagliavo!
In fondo è un po' come un medicinale salvavita: se ne hai davvero bisogno è utile, ma se ne abusi diventa un veleno.

Carrie

Carrie: LEGGENDE METROPOLITANE & CO.

sabato 21 maggio 2011 0 commenti

Per coloro che come i gay vivono intensamente il proprio corpo, la propria sessualità e fisicità è facile incappare nelle leggende metropolitane e in incredibili credenze popolari.
Vediamo di elencare quelle che mi vengono in mente e se possibile dimostrarne la palese falsità.
Per molti c'è una misteriosa connessione fra le dimensioni del naso e del pene di un uomo.
Non credo sia necessario aggiungere altro a dimostrazione che sia una bufala, altrimenti il naso alla Ciranò de Belgeraque sarebbe la principale richiesta di intervento estetico.
Per restare sempre sul naso alcuni credono che, se è storto verso destra o sinistra, obbligatoriamente anche il pene segua la stessa traiettoria.
Ecco allora che un pugile a cui viene rotto il setto nasale facendolo diventare improvvisamente piegato in una delle due direzione si ritroverà istantaneamente storto anche qualcos'altro.
Suggerisco pertanto a tutti coloro che praticano pugilato o sport similari di dedicarsi solo ed esclusivamente all'uncinetto.
Altro punto anatomico dei cui paragoni spesso si abusa è la mano.
Lo sapevate che congiungendo la punta del pollice con quella del dito medio otterrete il diametro del vostro amichetto?
Sinceramente credo di dover andare a farmi un paio di iniezioni di collagene o botulino, avendo un diametro di misura normale - quasi omologata standard - e non quel tronco di palma che vorrebbe questa regola, non vorrei mai fare un torto a chi l'ha messa in giro!
O ancora: la lunghezza del proprio pene è pari alla misura della propria spanna, ovvero la distanza fra la punta del pollice e del mignolo tenendo la mano aperta e ben tesa.
Ma certe idiozie alla gente come vengono in mente?
Ecco allora che una persona senza pollice o mignolo dalla nascita dovrebbe pure nascere eunuco!
E chi per malattia o incidente si vede costretto all'amputazione di una o più dita che succede? Gli si stacca e casca per terra?
Torniamo con i piedi per terra per piacere e vediamo di cambiar genere di leggende, anche se le prospettive non sono migliori.
Inutile che continuiate a sostenere che "io scopo gli uomini ma non sono gay!", il fatto che non subiate la penetrazione non cambia il fatto che la persona che avere di fronte sia un maschio, abbiate almeno la decenza di definirvi bisex!
Altra leggenda metropolitana è l'apparenza: "i gay sono tutti vittime della moda o dei secchioni iper acculturati".
Sul pianeta forse siamo la comunità più variegata fra tutte quelle esistenti, non è possibile sminuirci in sole due categorie.
Certamente esistono persone che appartengono a quelle due tipologie, ma al tempo stesso ne fanno parte anche tutti gli altri.
"Se un gay parla con un etero è perché ci sta provando".
Ma secondo voi non siamo capaci di sostenere un dialogo senza obbligatoriamente cercare di portarvi a letto?
Certo che il vostro ego è davvero gigantesco, magari somigliate più a Jim Belushi che ad Orlando Bloom e vi montate la testa solo perché vi abbiamo detto "ciao" e scambiato quattro parole?
C'è qualcosa di malato in tutto questo!
"Tutti i gay vorrebbero diventare donne".
Scusa?!?
Sarò pure finocchio, ma al mio amichetto sono affezionato e pure orgoglioso di essere un maschio!
Ma la migliore di tutte è: "I gay non esistono!".
Quando sentii pronunciare queste parole gli chiesi di spiegarsi meglio.
"Si, non esistono, sono solo il frutto di una società viziata ed annoiata, uno stile di vita perché in questo momento fa tendenza".
Partendo dal presupposto che io esisto, come pure Charlotte e Samantha, i ragazzi che riempiono ke discoteche, saune, cruising bar, circoli,... come posso essere tale se fin da piccolo avevo impulsi verso i maschi?
A 8 anni cosa mi poteva fregare della moda, del consumismo, della società e tutto il resto?
Era già molto se, finiti i compiti, andavo a giocare o guardavo la tv, a parte qualche volta in cui c'era il mio amico di seghe...
Insomma: leggende metropolitane su piselli e gay ce ne sono a migliaia, ma in realtà sono più barzellette che resto!

Carrie

Carrie: ETERO CHE VOGLIONO UN GAY

mercoledì 18 maggio 2011 0 commenti

Ci sono volte in cui gli etero, spinti dalla curiosità, finiscono per provarci con i gay.
A me è capitato già svariate volte, una di queste l'ho già raccontata in un precedente capitolo quando feci sesso nel parcheggio della discoteca.
Ma dai tempi in cui ero appena maggiorenne ad oggi mi è successo non meno di un trentina di volte!
Ma cos'è che nutre questa loro curiosità?
Voglia di capire, di fare nuove esperienze, di trasgredire o più semplicemente il desiderio di fare sesso?
Anni addietro ero solito con i miei amici giocare ad una versione evoluta di "obbligo o verità".
Quando eravamo in branco non ci si spingeva mai oltre certi limiti che potevano essere l'infilare la mano nei pantaloni di qualcun altro.
Ma con alcuni di loro, se eravamo soli, il gioco cambiava, nessun limite fino addirittura a rapporti sessuali completi.
Crescendo, cambiando casa, amici e frequentazioni, capita talvolta di conoscere qualcuno che s'incuriosisca in merito al sesso con un ragazzo.
Quando iniziano a porti delle domande senza più alcun imbarazzo, nella maggioranza dei casi, in realtà intendono dire che gli piacerebbe provare.
A quel punto sta solamente a te muovere i passi giusti per far si che questo succeda.
È un copione ormai già visto e rivisto, non c'è un target etero preciso: potrebbe essere un amico, un conoscente, l'idraulico, un collega al lavoro, il fornaio,... chiunque!
S'inizia con la più classica delle domande di repertorio: "Ma tu fai la parte dell'uomo o della donna?", come se dovessero proiettare il rapporto etero anche sull'attività sessuale di un gay obbligandoti a fare una scelta fra due soli ruoli possibili.
Di conseguenza, rimangono di frequente meravigliati di una risposta come "io sono versatile", abbattendo così ogni loro congettura in merito.
La domanda successiva è quasi sempre "Ma sei mai stato con una donna? E se si, non ti è piaciuto?".
Ma cosa c'entra se è successo o meno?
Nel mio caso è successo, quando ancora ragazzino e non riuscivo ad accettarmi per ciò che ero.
Ma come spiegargli che quando mi ho fatto sesso con una lei non ho provato nausea o disgusto, ma sono state le emozioni, le sensazioni, il coinvolgimento, l'attrazione ed il piacere ad essere completamente differenti.
L'idea di aver un interlocutore che ha provato ad avere un rapporto etero è spesso la miccia che scatena la curiosità, anche a provare, non solo farsi raccontare.
Probabilmente il ragionamento che s'innesca è tipo "se lui ha provato ad essere etero, ma preferisce fare sesso con un uomo, allora vuol dire che come piacere è superiore", dimenticando che per un gay ci sono anche altri fattori oltre all'appagamento fisico.
Ho posto la questione a molti ragazzi gay in chat ed il risultato è sempre il medesimo: un copione ormai trito e ritrito, anche se per lo più capitato loro solo una o al massimo due volte. Cosa sono un eletto?
Ho forse la faccia da potenziale etero pervertito disponibile ad altri etero? Sinceramente preferirei avere molto meno successo con gli etero e trovare Mr. Big, alla fine sarebbe quella la mia Eldorado.
E poi mi deprimerei veramente molto al pensiero, da me già citato in precedenza, di essere troppo etero per i gay e troppo gay per gli etero.

Carrie

Carrie: LA PRIMA VOLTA

lunedì 16 maggio 2011 0 commenti
Come potevo non affrontare questo argomento?
La prima volta che si fa sesso è un momento importante che difficilmente riusciremo a cancellare dai nostri ricordi, nemmeno se lo volessimo.
Nel bene o nel male, che sia stato bello, doloroso o catastrofico, è pur sempre un passo importante.
Ma cosa s'intende con il termine "prima volta"?
Per cominciare affidiamoci a dizionari ed enciclopedie; non essendoci quel termine e nemmeno "sverginare", andiamo a cercare "verginità" con la speranza che ci sia anche la spiegazione della sua perdita.
Eccolo!
Perdere la verginità: s'intende il raggiungimento di un'orgasmo ad opera di qualcuno di opposto o egual sesso.
Detta così posso affermare di averla persa a 7 anni con il mio amico di seghe.
Perdere la verginità: è l'atto in cui per la prima volta un uomo e una donna raggiungono l'orgasmo mediante penetrazione.
Anche qui non ci siamo: il 90% dei ragazzi gay non ha mai nemmeno baciato una donna, eppure dopo essere passati per la metà dei letti di uomini non mi pare li si possa definire ancora vergini!
Passiamo all'enciclopedia, forse è meglio.
Perdere la verginità: è il momento in cui si pratica il sesso con penetrazione per la prima volta.
Finalmente ci siamo anche se non preciso quanto dovrebbe, infatti da molto spazio all'intervento di oggetti quali vibratori, pennarelli, zucchine, banane, altri vegetali, manici di spazzole e molti altri che per un minimo senso di decenza preferisco non citare.
Ad ogni modo prendiamola per buona facendo un piccolo collage migliorativo: coincide con il primo rapporto sessuale comprendente l'atto penetrativo con un partner di opposto od egual sesso.
Meglio di così non saprei come definirlo!
La mia prima volta è stata a scuola durante una lezione.
No, non ero in classe, ero andato al bagno per una semplice necessità fisiologica e lì è stato consumato.
Mentre ero chiuso nel bagno sentii la porta principale ed qualcuno che entrava.
"Davide?" disse, era un mi compagno di scuola di poco più piccolo di me.
"Arrivo subito, ho quasi fatto!" gli risposi.
Quando feci per aprire la porta me lo ritrovai davanti, mi spinse nuovamente dentro e mi baciò.
In pochi istanti ci ritrovammo senza i pantaloni a fare sesso, per me era la prima volta ma non credo di poter dire altrettanto per lui, sapeva ciò che stava facendo, mentre io mi stavo dando alla più disperata improvvisazione.
Certo che a pensarci bene la location era davvero squallida per perdere la propria verginità, ma in quel momento credetemi che pensavo a tutto tranne a dove mi trovassi.
Tornai in classe credo sfoggiando il più ebete dei sorrisi, tanto che il professore mi guardò perfino male.
Con lui mi ricapitò spesso e volentieri di darci nuovamente appuntamento in bagno o in qualche altra parte della scuola per ripetere quanto già fatto in precedenza, anche se con lui mi capitò solo ed esclusivamente di avere solo un ruolo attivo, mentre ero anche curioso di conoscere l'altro lato della medaglia.
Purtroppo non abitavamo vicino, altrimenti avremmo potuto usare un ben più comodo letto, ma in fin dei conti non sembrava dispiacere a nessuno dei due.
Per provare cosa volesse dire essere "passivo" dovetti aspettare 3 anni, ovvero finché non mi fidanzai con il mio primo ragazzo.
Gli mentii dicendo che l'avevo già fatto e lui, forte di questo, non ebbe nessuna esitazione... non proseguo perché scenderei in dettagli troppo osé, ma imparai molto in fretta a non mentire più quando stai per fare sesso.
Provai il dolore più forte di tutta la mia vita e non fu una bellissima esperienza, per nulla, anzi credo di poter asserire che sia stata la peggior volta della mia vita.
Il giorno successivo, imparata la lezione, per prima cosa comprai del lubrificante per evitare in futuro situazioni analoghe.
Posso quindi sostenere che la mia prima vera volta sia stata un'esperienza davvero stupenda, non posso dire lo stesso con il primo fidanzato.
Che fosse un presagio per come si sarebbero sviluppate le cose?
Quanto il sesso può essere un indicatore dello stato di salute di una relazione o perfino di come essa possa o non possa avere futuro? Mi auguro sinceramente che non sia così perché vorrebbe dire non aver capito assolutamente nulla della vita di coppia.

Carrie

Carrie: ALEXANDER 4° parte

lunedì 9 maggio 2011 0 commenti
È proprio vero che quando ami una persona non c'è verso che il tuo cuore si arrenda, o per lo meno non nel breve periodo.
Alexander è davvero una persona molto paziente.
Lui sa aspettare ed alla prima occasione utile si lancia all'attacco, un po' come fa il mio amato Gin quando gli do la cena!
Periodicamente quando un mio rapporto entrava in crisi lui compariva dal nulla.
Fu così quando smisi di vedere un ragazzo di Ravenna e un mese dopo conobbi Mr. Micro, lui era beatamente adagiato nel suo ruolo di disturbatore!
Dovetti digli chiaramente che non lo amavo e che provavo qualcosa di intenso verso un altro ed era mia intenzione approfondire le cose.
Non gli avrei potuto e voluto concedere dello spazio nella mia vita in quel frangente, ero totalmente concentrato su Mr. Micro.
Ma questo non lo fece desistere dal tenersi perennemente in contatto con me, o per meglio dire informato su di me e su quanto mi capitasse, specie in campo amoroso.
6 anni fa ebbi un brutto litigio con Mr. Micro e lui, tanto per cambiare, mi lasciò proprio a pochi giorni da San Valentino.
Ricordo ancora come se fosse ieri quanto accadde quell'anno e tutte le lacrime spese, l'unica cosa che riuscissi a fare eccetto lavorare.
Ero al telefono con un mio amico della provincia di Modena, Fabio che al tempo aveva circa 19-20 anni, un ragazzo d'oro e un amico ancora più prezioso perché mi ascoltava (o dovrei dire che mi sopportava) nelle mie giornate più tristi, quando il mio ex periodicamente mi lasciava.
Non ci sentivamo solo in quelle occasioni, ma queste capitavano con una certa regolarità.
Quella volta stavamo chiacchierando del più e del meno, di come avremmo festeggiato il giorno di S. Faustino all'indomani essendo la festa dei single.
All'improvviso suonò il campanello della porta, un signore doveva consegnarmi un mazzo di fiori.
A me?!?
Pensai subito fosse opera di Mr. Micro, un mezzo per chiedere scusa e tornare insieme.
Diedi il tiro e, restando al telefono con Fabio aspettavo di vedere cosa mi stesse per consegnare.
Lo spettacolo fu qualcosa di indescrivibile.
Inizialmente i miei occhi intravidero una massa composta da due macchie: una verde sormontata da una rossa.
Poi man mano che quella cosa enorme avanzava verso di me riuscii a metterla a fuoco: 150 rose rosse a gambo lungo.
Fabio continuava a ridacchiare mentre io tentavo di non rimanere schiacciato dal peso di tutti quei fiori cercando di avvicinarmi al divano.
Nel mezzo di centinaia di spine c'era un bigliettino: "In un giorno come questo non potevo no farti sapere che sono ancora innamorato di te, oggi più di ieri".
"Tu non ne sai niente vero?" gli chiesi.
Fabio rispose: "Qualcosa sapevo, a dirla tutta mi risulta che ci sia anche un'altra sorpresa. Ora devo fare una telefonata, ci sentiamo magari più tardi!" e mise giù senza darmi il tempo di controbattere.
Era abbastanza facile capire che il mittente fosse Alexander ed iniziavo ad immaginare anche cosa intendesse Fabio parlando del dover fare una telefonata.
Passarono infatti circa 10 minuti e suonò di nuovo il citofono ed una voce molto famigliare disse: "Ho una seconda consegna da farle".
"E di cosa si tratta?" chiesi.
"Un ragazzo follemente innamorato tutto per lei".
Era Proprio lui: Alexander.
Una volta in casa passammo le successive tre ore sul divano a coccolarci, ma poi lui doveva scapparsene a Milano e addio alla quiete e la serenità ritrovata.
Circa un'ora più tardi mi telefonò Mr. Micro per chiarirsi e mi chiese di poter venire a casa da me per parlare.
E ora? Dove me le infilavo 150 rose?
Le portai in garage e tornai in casa aspettando di fare chiarezza, come aveva chiesto lui.
Quella sera facemmo pace e tornammo insieme, nonostante l'incontro pomeridiano.
Nei giorni successivi spiegai la situazione ad Alexander che si dimostrò particolarmente comprensivo.
Si mise da parte e lasciò che la mia vita continuasse. Probabilmente il mio fu un gesto di puro egoismo, ma dopo giornate intere passate a piangere lui fu il primo momento di tranquillità ed il primo sorriso.
C'è ancora un capitolo su di lui, ma non verrà inserito nel blog, sarà solo nel libro.
Il titolo? Matrimonio.

Carrie

Carrie: ESPERIMENTO

domenica 8 maggio 2011 0 commenti
Mi dovranno perdonare gli utenti di una famosa community internet dove ho condotto una serie di esperimenti.
Il primo è stato la creazione di due profili perfettamente identici a distanza di 5 minuti l'uno dall'altro.
Stesse descrizioni, altezza, peso, frasi,... Tutto, tranne le foto.
In un profilo foto di un modello americano ripreso non sul set fotografico ma prende dal suo blog personale.
Nel secondo invece usando quelle di un ragazzo inglese non particolarmente bello.
La differenza si è vista già dopo due ore: il primo con quasi 300 visitatori e 100 messaggi, mentre il secondo 40 scarsi ed 1 solo messaggio: quello automatico di benvenuto dell'amministratore del sito.
Nella settimana successiva la situazione non è per nulla migliorata.
Profilo numero 1: migliaia di visitatori di cui almeno 500 si erano poi lanciati ed avevano cercato il contatto con un messaggio, una galleria fotografica di parti anatomiche maschili (inviate senza che fosse stato loro chiesto) alla pari con l'archivio della BelAmi e una serie allucinante di proposte di sesso, amicizia, pratiche sessuali estreme, a pagamento, con coppie, di gruppo e perfino fra fratelli, circa 20 richieste di fidanzamento, due di matrimonio ed un ragazzo di 18 anni disposto a pagare 3000 euro per una ciocca di capelli ed un paio di mutande usate e non lavate.
Profilo 2: una proposta di un escort che metteva a disposizione i suoi servigi.
Ne ho già parlato in precedenza, ma questa è sicuramente la comprova di quanto da me sostenuto: l'esteriorità e l'incapacità del gay di interessassi alla lettura dei profili.
Mentre chi può fare affidamento sull'apparenza non deve fare molti sforzi per conoscere nuova gente, per qualunque finalità, per gli altri s'innesca un sistema di affermazione della propria esistenza agli occhi di chi altrimenti normalmente non li vedrebbe.
Le persone che visitavano entrambi i profili avevano comportamenti ben precisi: ignorare l'uno e contattare l'altro.
Perfino i ragazzi non propriamente belli si lanciavano in messaggi ed abbordaggi verso il primo profilo cercando di catturare la sua attenzione, ma ignoravano l'altro e nemmeno rispondevano ai messaggi che da questi gli arrivavano.
È vero che l'essere umano difficilmente tende ad accontentarsi
Avrei potuto continuare a lungo a "studiare" i comportamenti gay in quel sito, avrei anche potuto cambiare community, ma non sarebbe cambiato di molto!
Così i due profili sono stati cancellati, il loro lavoro lo avevano già svolto.
Il secondo test condotto nella medesima community online è stata la creazione di un profilo, sempre con foto di un bel ragazzo, in cui specificavo di non cercare sesso nel modo più assoluto.
Dopo 3 settimane di contatti, i risultati non erano migliori del precedente test.
Sarò stato contattato da non meno di duecento ragazzi, molti dei quali interessati solo al sesso.
Nella minoranza di coloro che invece cercavano amicizia o amore, nella quasi totalità dei casi finivano per uscire allo scoperto chiedendo si fare sesso o, più semplicemente, mi spedivano svariate foto del loro corpo.
Ma se dobbiamo essere amici, cosa mi può importare del battacchio che tieni in mezzo alle gambe?
Anche stavolta una nuova disfatta.
Era mia intenzione condurre un terzo test, ma visti i due precedenti credo sia perfettamente inutile proseguire in tal senso.
Ma siamo veramente noi gay ad essere così affamati di sesso e poveri di interiorità o quando vediamo un bel maschio il nostro testosterone ci da alla testa e non capiamo più niente?
Però devo ammettere che nella bolgia di messaggi ricevuti non tutti hanno seguito la massa, esistono ancora persone capaci di leggere un intero profilo, dialogare e scherzare senza nessun secondo fine.
A tutti loro va il mio ringraziamento.

Carrie

Carrie: SESSO OCCASIONALE

giovedì 5 maggio 2011 0 commenti
Va bene lo ammetto: Mr. Big si fa desiderare ed io non mi tiro indietro dal fare sesso quando ne ho la possibilità e la voglia.
Mai detto di essere una suora, ho sempre sostenuto che preferirei fare l'amore con il ragazzo che amo piuttosto che sesso occasionale, ma mai ho detto il contrario.
Quello che proprio non riesco a capire è la mia più totale incapacità di "rimorchiare" nei locali e su internet, ma al tempo stesso avere una spiccata capacità di fare colpo negli ambienti etero.
Negli ultimi mesi, escludendo Alexander, sono riuscito a fare sesso dietro un cespuglio vicino ad un piadinaro (che poi ci ha provato pure lui), nel bagno di un bar, nel parcheggio di una disco etero,...
Riuscirò prima dei 40 anni a fare nuovamente sesso comodamente sdraiato su di un letto?
È come se andassi nei locali gay ed indossassi una corazza, mentre quando vado in quelli etero mi trasformassi in Jessica Rabbit.
Non lo trovate in parte demoralizzante?
Sono talmente gay da integrarmi perfettamente in mezzo agli etero o sono troppo etero per fare lo stesso in mezzo ai gay?
Ok ok, forse meglio non conoscere la risposta, in ambo i casi potrebbe non piacermi.
Alla fine stiamo parlando semplicemente di sesso, chi se ne importa se fatto con un gay, un etero o cosa, l'importante è farlo!
Al tempo stesso è anche vero che un rapporto occasionale potrebbe essere il preambolo di una nuova conoscenza, anche se non è il mio ideale di inizio storia.
In fin dei conti è anche vero che fino ad oggi i miei fidanzati non erano il riflesso del mio ideale di uomo, perché quindi dovrebbe esserlo la mia prossima storia?
Si sa, in amore mai pianificare perché si finisce per rimanere delusi, o per lo meno capita sempre l'esatto contrario di quello che ci si aspetta.
Una cosa però posso programmarla: la mia uscita sabato sera alla solita festa con la Camy, con tutti i rischi che ci sono quando mi ritrovo circondato da teorici etero.

Carrie

Carrie: IL CONCORSO

0 commenti
Se internet ormai serve solo per recuperare una scopata dell'ultimo minuto, i locali sono diventati delle macellerie per scegliere il pezzo di carne che più ci piace e non essendo rimaste molte altre strade per conoscere gente, cos'altro posso inventarmi per trovare Mr. Big?
Magari mentre scrivo queste parole lui sta compiendo proprio il grande passo: un sms inviato ad un numero sbagliato (il mio), girando l'angolo gli vado a sbattere contro (anche se fa molto "Kiss me Licia"), sta leggendo il blog o il libro e decidere di scrivermi una e-mail o chissà cos'altro.
Ma siamo sicuri di non dover di tanto in tanto favorire il destino, dargli quella mano (già dicendo così ho dato adito ai doppi sensi, fortuna che non ho detto "spinta" o "bottarella"!) per far si che salti fuori più in fretta il proprio principe azzurro?
Avrei potuto scrivere a Maria De Filippi per una nuova trasmissione tipo "Uomini e finocchi, ma sarebbe una strumentalizzazione dell'innato divismo di noi gay e tutti i candidati sarebbero lì più l'apparire in tv piuttosto che per me.
Ci ho pensato per un paio di giorni ed alla fine l'unica possibilità è indire un concorso.
D'accordo non sarebbe l'unica, ma di certo è l'idea più originale ed in più il primo premio sarei io.
Volete mettere il confronto con la lotteria nazionale?
Non c'è il benché minimo paragone!
5 milioni di euro non vi abbracciano, coccolano o viziano, mentre io di certo non vi farò diventare ricchi, non per il momento almeno, ma ho tutto il resto del mondo da offrire!
Modestia a parte, dono di cui sono fortemente dotato unitamente all'autoironia, bisognerebbe capire anche come svilupparlo.
Meglio ad estrazione con i biglietti in vendita in tutte le tabaccherie o tramite internet grazie ad un sito capace di selezionare i partecipanti?
Mettiamo la cartolina di partecipazione come un inserto di Pride o una schedina da giocare in tutte le ricevitorie SISAL? Una sorta di SuperCarrieLotto!
Parlando con un amico voleva organizzare una pagina intera nel suo portale, mentre un ragazzo pensava di sfruttare persino gli iscritti di un'associazione.
Mentre continuo a sviluppare l'idea del concorso, per il momento continuerò ad utilizzare i soliti mezzi a mia disposizione, sperando di trovare la famosa "mosca bianca".

Carrie

Carrie: ALEXANDER 3° parte

martedì 3 maggio 2011 0 commenti





































I giorni successivi alla mia gita milanese furono un continuo di messaggi, telefonate e di nuovo messaggi.
Il fine settimana Alexander l'avrebbe passato in Australia per un servizio fotografico ed io mi stavo preparando all'idea di passarlo in hotel.
Sabato notte, appena iniziato il turno, ero completamente immerso nelle scartoffie quando sento una voce di fronte a me dire: "Ho una prenotazione".
Alza gli occhi e lo vedo.
"Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Melbourne?" chiesi.
Sapeva che avrei lavorato di notte ed aveva deciso di venire a tenermi compagnia fino alla mattina dopo.
Passammo tutta la sera sul divano a coccolarci, beh ad essere sincero non ci furono solo coccole.
Come poteva un ragazzo così fare una cosa tanto speciale a me, che sinceramente so bene di non arrivare ai suoi stessi livelli.
Esteticamente perfetto, due occhi color verde smeraldo, un carattere travolgente, dolce, gentile,...
Il giorno dopo partì per tornare in Australia e completare il suo lavoro, era stato comunque molto piacevole passare la nottata con lui, aveva reso una notte di lavoro un sogno.
Qualche giorno dopo uscii con i miei amici e rientrai abbastanza tardi.
Ne seguì una telefonata con un ragazzo che chiamo "Fratellone" e dopo quasi due ore dopo andai finalmente a letto, chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal caldo abbraccio di Morfeo.
All'improvviso suonò il cellulare, risposi senza nemmeno guardare chi fosse e sentii la voce di Alexander, anche se un po' metallica, che mi diceva: "Ciao, ti va di metterci insieme?".
Ero talmente stanco ed assonnato che l'unica cosa che riuscii a dire fu: "Tutto quello che vuoi, basta che mi lasci dormire!".
E riattaccai.
La mattina dopo, appena aperti gli occhi mi resi conto della telefonata notturna...mi ero fidanzatocon Alexander.
Ma perché?
Va bene, Mr. Perfezione è il sogno di chiunque ma non lo amavo, o per lo meno non ancora!
Non mi bastava l'intesa sessuale e l'essere caratterialmente compatibili, sono una persona che vuole le farfalle nello stomaco, svegliarsi la mattina ed averlo nel mio primo pensiero, voglio lo scintillio!
Una delle relazioni più brevi della mia vita, tre giorni dopo lo chiamai e sistemai le cose.
Non potevo stare con qualcuno se non ero innamorato, sarebbe stata una presa in giro verso di lui e verso me stesso.
Mi rispose che dovevamo rimanere insieme perché lui mi amava, che col tempo mi sarei innamorato anch'io ed avrei potuto ricambiarlo, anche se ci fossero voluti 10 anni.
Non fu sufficiente, la mia decisione fu definitiva, ma non gli tolsi la speranza, in fin dei conti gli volevo bene e se un domani le cose fossero cambiate...
Così finì per saltare fuori con una cadenza trimestrale ed ogni volta partiva all'attacco con una nuova richiesta di fidanzamento.
Fa piacere essere tanto inseguiti, amati e corteggiati, ma non volevo far si che lui si sentisse perennemente vincolato a me.
E non era mia intenzione recitare il ruolo della persona che gira con il proprio cagnolino al guinzaglio, volevo solo continuare a crescere e capire chi fosse veramente il mio Mr. Big.

Carrie

Carrie: LASCIARSI

lunedì 2 maggio 2011 0 commenti

Tutti quanti nel nostro bagaglio di vita vissuta abbiamo una collezione di "interruzioni di fidanzamento".
Le modalità spesso non variano molto, sono quasi sempre gli stessi copioni per tutti.
Ma quando si parla di motivazioni ecco che il gay riesce a tirare fuori tutta la sua creatività!
La classica metodologia di rottura è parlando di persona, il metodo certamente più doloroso, ma al tempo stesso anche quello più corretto.
Fra le altre modalità vanno sicuramente citate quella per lettera, per post-it al risveglio, per telefono, per e-mail e per concludere via sms (molto in voga ad inizio secolo) e via facebook, la nuova tendenza.
Premettendo che le alternative al lasciarsi di persona le trovo patetiche e tipiche di persone senza spina dorsale, la vera capacità di variare nel gay risiede nel come, con quali motivazioni.
Il mio primo fidanzato lo fece dicendo di <>.
Tralasciando il fatto che io fossi recluso in casa per via della sua gelosia mentre lui usciva molto spesso con i suoi amici, ma chi cavolo c'era in quel locale per avere un effetto simile?
Non sapevo che Keanu Reeves fosse stato invitato come special guest!
Ovviamente il tutto via telefono ed sms.
Il secondo invece ammise che <>.
Almeno fu capace di usare le palle non solo confessandomi tutto ciò, ma dicendomelo oltretutto di persona.
Ma se proprio devo ringraziare qualcuno per il contributo allo sviluppo di questo capitolo, questi è Mr. Micro.
Si, proprio lui ed alle nostre numerose rotture.
Al terzo posto fra le più eclatanti posso certamente citare <>, peccato che fossi stato io a fargli presente che si stava prendendo una cotta e che la persona in questione fosse Samantha.
In seconda posizione il <>, della serie o mi scopo chi mi pare e tu zitto, oppure... ci siamo capiti!
Ma la medaglia d'onore va alla volta in cui mi disse: “Non ti amo più e poi sei ingrassato e non provo più attrazione fisica...” grazie, dopo 3 mesi a letto per una buca in un marciapiede e con un passato da anoressico tornare ai mitici 52 kg non è propriamente facile.
Ovviamente il preambolo è stato alzarsi da letto tutti e tre (io, lui è il terzo di turno per il quale sbavava a più non posso), accompagnarmi al lavoro (mai fatto prima), tornarsene a casa, portare via tutta la sua roba e poi solo dopo affrontarmi con le sue scusanti.
Tralasciando il fatto che nemmeno una settimana dopo ha preso il treno per andare dal tipo, il colmo lo si raggiunge con l'aver prima elencato ad un paio amici comuni tutta una serie di soli miei difetti, per poi negare disperatamente una volta che ci stavamo riavvicinando ed ero stato prontamente informato di quanto fossi una persona terribilmente sgradevole.
Ecco un altro copione comune: perché quando ci si lascia e si deve fare i conti con tutti i ricordi belli e brutti, non solo finiamo per ricordare i secondi a discapito dei primi, ma finiamo spesso e volentieri nel breve termine per sparare a zero sulla persona che è stata al nostro fianco?
Solitamente è un comportamento da immaturi, eppure continuiamo a cadere sempre nello stesso errore, non imparando mai dal passato.
Certo, anch'io avrei da dirne molte sul suo conto, ma a che pro?
Potrei rinfacciare tantissime cose nel post rottura, ma mi farebbe bene? Mi darebbe delle risposte?
Io forse ho capito la lezione e certamente quello che penso resterà sempre celato nei miei pensieri e nel mio cuore, sia in positivo che in negativo che siano, appartengono solo a me e serviranno per fare in modo che da quell'ultima volta la mia strada sia ben diversa dalla sua.
Ma la cosa ironica di tutte le turbolente vicissitudini della storia con Mr. Micro è che, fatta eccezione per la prima volta che ci lasciammo ad opera mia, tutte le successive furono sue decisioni.
Ogni volta se ne andava (o me ne dovevo andare io, dipendeva da dove ci trovassimo in quel momento) per poi riavvicinarci e fare pace, magari litigando di nuovo 10 minuti dopo.
L'ultima volta però, quella fatidica, fui io a dire stop e porre fine ad una relazione durata 7 anni.
Proprio vero che bisogna aver paura delle acque chete!
Prima di lui anch'io sono caduto in questo tranello, ma si cresce, si matura, si fa tesoro delle proprie esperienze e dei propri errori.
Ed io sbaglio spesso... e imparo.

Carrie

Carrie: L'AMORE OGGI

domenica 1 maggio 2011 1 commenti

Perché se la vita di coppia diventa insostenibile ti basta lasciarlo e tutto si risolve, mentre se ti stanchi della vita da single non è altrettanto facile?
In fisica si dice che ogni azione comporta una reazione, eppure i single non beneficiano di questa possibilità.
Forse la loro unica reazione è quella di potersi rimettere in gioco, dare inizio a nuovi incontri, frequentare nuove persone, ma purtroppo sulla carta è facile scrivere cose simili, ma in pratica sono difficilmente attuabili.
In questo momento i ragazzi gay cercano divertimento da una notte e chi cerca una storia comunque prima vuole "testare" l'altra persona sotto le coperte in modo tale da saper fin dall'inizio se, almeno in fatto di sesso, siano compatibili.
Come se "amore" fosse uno degli ingredienti del lubrificante appena usato.
Ma la coppia romantica esiste ancora o si è definitivamente estinta?
Conoscersi tramite internet, in un bar, per strada o in un qualsiasi altro posto, chiedere un appuntamento, uscire per cena e riaccompagnarlo a casa, rubando ancora un po' di quella luce nei suoi occhi in modo da fissarla in un ricordo per l'eternità.
No, oggi il copione è: caffè per una prima conoscenza, sesso la sera o al più tardi il giorno dopo, altri 2/3 incontri di sesso, uscita al cinema, ancora sesso e, forse, solo dopo fidanzamento.
Scusate ma io qui di amore non ne vedo nemmeno una briciola.
Probabilmente sono rimasto fermo all'Ottocento ed alla visione romantica dell'amore, o forse è il mondo che non ha più tempo da dedicare alle emozioni ed ai sentimenti?
Gli amici continuano a ripetermi che sono una persona splendida, dolce, che merito qualcuno di favoloso, che dovrei sfoggiare tutto il mio charme,... ma a sentire loro dovrei già essere fidanzato almeno con 40 persone!
Può essere che questo mio modo démodé di vedere il mondo sia la mia condanna? Esiste ancora una chance per chi è romantico?
So che non è un discorso che si possa generalizzare per tutti, allora mi chiedo: i romantici si sono organizzati in una setta segreta e le loro riunioni sono tenute nella massima riservatezza o sono semplicemente io a non vederli?
Eppure occasioni ce ne sono state svariate negli ultimi due mesi: M., D., R., G., R., C., e molte altre iniziali (per privacy), eppure con nessuno di loro c'è stato il benché minimo sviluppo, solo amicizie.
Di per sé è comunque una conquista, ma l'essere amico di tutti non risolve il mio problema di fondo: la voglia di Mr. Big.
Forse sono davvero destinato ad essere l'amico perfetto e non il fidanzato, ma non ho alcuna intenzione di relegarmi da solo in questo ruolo.
E così mi rimetto a fissare le stelle cercando fra di esse le risposte che cerco.
Magari ne vedrò una cadente e rivolgerò a lei le mie domande.

Carrie